In una luminosa e calda mattinata d’agosto sono andata a conoscere Gemma Vernò.
Gemma è una modista.
Mi accoglie nella sua casa/laboratorio a Milano dove i “ferri del mestiere” si ritrovano ad ogni angolo: rocchette dai mille colori, stoffe, piume, cappelliere e tante “forme” di legno sulle quali prendono vita le sue creazioni.


Dopo aver studiato moda e lavorato per diverso tempo nel settore si trasferisce a Londra dove frequenta un corso per creare cappelli.
Quella londinese doveva essere una breve parentesi ma alla fine decide di rimanere nella capitale 2 anni lavorando nell’atelier di una modista a Notting Hill.
Nel 2016 apre il suo laboratorio a Milano creando copricapi su misura per matrimoni ma anche per eventi o esigenze speciali.
“Le mie clienti prendono appuntamento, vengono qui e mi raccontano che tipo di accessorio desiderano, scegliamo insieme il materiale e una volta pronto tornano per la prova finale”, mi spiega con entusiasmo Gemma.
Finita l’intervista, mi fa provare qualche sua creazione perfetta per un matrimonio, una cena di gala, un cocktail, un vernissage o una prima a teatro. A dirla tutta, non aspettavo altro!!
- Fascinator o pillbox in feltro lapin rosso
- Fascinator o pillbox in feltro lapin verde petrolio


- fascinator avorio

- un cilindro da donna (si fa notare perchè prettamente maschile, perfetto per una cena non convenzionale con outfit di ispirazione “monsieur” ma con un tocco sexy)
- una paglia nera realizzata con fili di foglie d’agave
Prima di lasciare Gemma le chiedo un’ultima cosa, avevo letto anni fa su una rivista che le donne che indossano il cappello desiderano porre un accento sulla loro testa, sulla loro intelligenza le domando se è d’accordo con questa lettura, “Si, è possibile il copricapo è un accessorio che catalizza l’attenzione su di sé esprimendo la propria personalità e creatività”.
Per info Gemma Vernò
Photographers Daniele Delfino @delfino_daniele and Nadia Sutera @nadia_sut
Special thanks to Diana Sangiorgio @jacobinlove